Se la prendo dal lato del problema la questione si fa preoccupante: non passa giorno che nella mia email non arrivino notizie sullo stato di pessima salute degli impollinatori e, più in generale, del pianeta.
Più volte, anche in questo sito, abbiamo detto di essere apicultori e non apicoltori. Abbiamo il culto delle api e non osiamo considerarle dei prodotti. Abbiamo cultura, e stiamo nutrendola ogni giorno, di quello che le api sono e stanno soffrendo in questi anni. Tra le pratiche che più ammiriamo annoveriamo “l’apicoltura eretica”.
Uno scatto fotografico da premio, riportato da molti siti negli ultimi mesi, è quello che ritrae due api accoccolate in un fiore di malva e realizzato da Joe Neely. Si tratta di due esemplari di Diadasia Diminuta una delle 2000 speci di api che popolano il nostro pianeta.
La prima pubblicazione elettronica, che offriamo gratuitamente a tutti i visitatori del sito, è dedicata alla pianta con la quale stiamo realizzando il nostro ambizioso progetto per la salvaguardia degli insetti impollinatori: l'Evodia tetradium daniellii. Questa pianta è famosa nel mondo tra gli apicoltori per la sua altissima resa nettarifera e per la sua tarda fioritura: il suo nome scientifico dice poco ma normalmente viene anche chiamata albero del miele o, in inglese, bee-bee-tree ovvero albero delle api.
Grazie all'ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, esiste un bellissimo "quaderno" dal titolo Il declino delle api e degli impollinatori. Le risposte alle domande più frequenti. Una lettura che qui ad Apiantide abbiamo fatto a occhi sgranati. Materiale che spiega esattamente perchè siamo nati come associazione: imperdibile. Qui ne abbiamo realizzato un estratto che contiene quasi esclusivamente numeri... da pazzi. 45 pagine riassunte in 63 numeri. Un esercizio di stile da ripetere.
Quando si parla di rifugi per api solitarie "piccolo è meglio". Questi insetti prònubi, che appartengono alla famiglia delle più note api da miele, preferiscono nidificare in piccoli interstizi o fori, evitando i grossi assembramenti dati dagli alveari. L'uomo lo ha scoperto e da alcuni anni sono sempre più diffusi i bug hotel, gli hotel per gli insetti.
Sono davvero orgoglioso di questo primo mese di attività di Apiantide. Grazie al lavoro dei Soci fondatori ha preso il via un'associazione che prevedo farà grandi cose.
Le api, come gli uomini, sono animali altamente sociali. Un alveare è come un grande agglomerato urbano: migliaia di individui lo abitano a stretto contatto gli uni con gli altri. In un alveare, oltre alla regina dedita esclusivamente a deporre le uova, ci sono i fuchi (i maschi) e le operaie: sono tute femmine sterili e tra di loro sorelle. Sono il vero motore dell'alveare e svolgono ogni tipo di mansione, dalla ricerca del cibo alla pulizia della colonia, dalla costruzione dei favi all'allevamento della prole.
I papaveri, i gerani rossi, le rose scarlatte e persino i garofani rossi: queste sono alcuni dei fiori che le api non visitano. E la questione non riguarda certo il sapore del nettare o del miele di queste piante ma da un motivo che gli scienziati hanno studiato svelandone l'arcano. Le api, insetti che da millenni affascinano l'uomo, vedono il bianco come una miriade di sfumature che vanno dal verde al blu, dal giallo all'arancione passando per tutta la gamma dell'ultravioletto: tutti i colori, la cui somma, noi vediamo come bianco.
Quando acquistiamo un barattolo di miele siamo (quasi sempre) certi di comprare un prodotto naturale e dalle numerose qualità nutritive. Diamo per scontato che il buon consumatore si accerti che la provenienza del suo miele sia italiana e che quindi sia pronto a spendere non meno di 10 euro al chilo per il suo acquisto.
Ma sappiamo davvero come viene prodotto il miele che abbiamo appena comprato?
Complice un articolo sul giornale della provincia questi ultimi giorni sono stati molto positivi per Apiantide. Abbiamo iscritto altri soci anche dalla Sardegna e abbiamo potuto testare il sistema informatico che gestisce le operazioni di iscrizione in molti suoi aspetti.
È una domanda che ci rivolgono spesso:
“Che vantaggio ne ho a diventare socio di Apiantide?”
Sarà che sono una persona pittosto pigra per natura, ma personalmente i cosiddetti giardini all'inglese li ho sempre trovati un po' monotoni; trovo che i tappeti si addicano di piu' a un salotto, piuttosto che a un prato. Ricordo da bambino, nelle mie scampagnate con gli amici, un susseguirsi di campi multicolore pieni di farfalle e di fiori.
Il 4 di Agosto il Consiglio Direttivo di Apiantide ha fissato il prezzo della quota sociale per il 2020 e per il 2021 in 30 euro/anno ma la delibera, al fine di favorire una maggiore diffusione delle nostre attività, ha inoltre stabilito che le iscrizioni a socio che arriveranno dal primo di luglio potranno essere accolte con una quota pari a 15 euro.
Se anche tu stai pensando a come fare per aiutare le api e gli altri insetti impollinatori a non estinguersi, noi ad Apiantide abbiamo svariati suggerimenti da darti. La nostra associazione nasce proprio per realizzare questo scopo e tu puoi attivarti ora scegliendo tra diverse opzioni: