Sono davvero orgoglioso di questo primo mese di attività di Apiantide. Grazie al lavoro dei Soci fondatori ha preso il via un'associazione che prevedo farà grandi cose.
La voce si sta spargendo e oggi i nostri soci sono iscritti da 4 diverse regioni italiane e il più giovane ha solo 10 anni. Quello che mi rallegra è che siamo la parte visibile di un fenomeno che sta crescendo in tutto il mondo: era ora. Complice il covid19 che, oltre ad aver ritardato di 6 mesi la nascita di Apiantide, ha limitato gli spostamenti di milioni di persone del mondo: nel contempo l'attenzione sulla natura che ci circonda è molto aumentata. Lo dicono i numeri delle associazioni di apicoltori di tutti i paesi: gli iscritti sono in aumento. Quello che molti dei "neo-apicoltori" non sanno è che per avere degli apiari c'è innanzitutto bisogno di api. L'idea di piazzare un paio di arnie in giardino e di fare il miele in automatico affascina un sacco di persone anche se la maggior parte di loro rimarrà delusa. Anche in Italia, negli ultimi anni, sono fiorite le imprese che hanno visto nel miele un buon "business": 3 quinti di queste chiudono nel secondo anno a causa dei problemi che affliggono le colonie di impollinatori. Ragionare solo in virtù del soldo ha portato il sitema "api" al collasso. Come abbiamo spiegato in questa pagina è arrivato il momento di mettere le api al centro dell'attenzione, facendo da parte il facile guadagno. Quello che mi spinge ad avere fiducia nel futuro è il numero crescente di persone che sta comprendendo il vero problema e comincia a fare qualcosa per le api senza aspettarsi nulla in cambio se non (e dici poco) il loro fondamentale lavoro di impollinazione delle piante che ci sfamano. Molti lo avevano compreso già parecchi anni fa: prendersi cura delle api significa prendersi cura dell'ambiente che viviamo e, facendolo, ci prendiamo cura di noi stessi. Vi confesso che nulla è facile come sembra e anche portare avanti un associazione come Apintide in Italia significa fare i conti con parecchie avversità: basti considerare che con la parte burocratica abbiamo chiuso i conti solo ieri, oltre un mese dopo averla fondata.
Ma la rete di sta allargando, le persone cominicano ad attivarsi e siamo alle prese con il "campo laboratorio" che ospiterà le prime famigli di api "rudimentali". Le abbiamo chiamate cosi perchè, nel volgere di un paio di stagioni, vogliamo arrivare ad avere api che siano in grado di badare a se stesse senza i continui interventi dell'uomo. E non si tratta di un sogno: sono molteplici le realtà in Italia che, non senza difficoltà, errori e tentativi falliti, stanno riuscendo ad allevare famigli "rudimentali". Apiantide è pienamente d'accordo con le regole dell'apicoltura eretica: cosi chiamata perchè ha fatto propri alcuni accorgimenti invisi ai produttori tradizionali. Nulla di segreto o magico ma solo un approccio più biologico e meno avido di gestire gli alveari.
Il fatto di non essere produttori di miele ci salva da qualsiasi "manipolazione" finalizzata all'utile e ci lascia il tempo di considerare tutti quegli accorgimenti naturali che già stanno salvando milioni di api nel mondo. A breve saranno a dimora decine di piante di evodia e i primi prati di essenze utili al sistema immunitario degli impollinatori.
Il pensiero eretico di Apiantide è rivolto a pratiche che garantiscono le api "localizzate" e non più importate da ambienti lontani centinaia o migliaia di chilometri.
Se si pensa a come è nato il problema della varroa (uno dei maggiori nemici delle api da miele) si arriva proprio a questo: cinquant'anni fa in Italia questo acaro non esisteva. La smania dell'uomo di fare i soldi sempre e comununque ha portato al contagio delle prime api da miele allevate in areali dove era presente l'ape cerana: questa era attaccata dalla varroa che ci ha messo pochissimo a infettare anche le api mellifere. Non vorrei entrare nei particolari ma per chi è interessato c'è una pagina valida da visitare.
A me non rimane da dire che Apiantide profonderà ogni sforzo possibile per dare un contributo al ripopolamento delle famigli di api "locali" e per farlo continuerà ad avere bisogno di persone che come te sono arrivate a leggere fino a queste ultime righe... e magari ad associarsi con noi.
Buon tutto.
Giulio Puccini