Il progetto Evodia

L'associazione Apiantide, nella sua missione di migliorare il rapporto con gli insetti impollinatori oggi in pericolo, ha un'idea critica precisa su quella che è l'apicoltura moderna e ha quindi deciso di allevare alcune famiglie di api mellifere nel proprio "campo laboratorio" secondo tecniche "rudimentali" che mettono al primo posto la salute degli insetti piuttosto che la produzione del miele per profitto.
Una delle prime iniziative intraprese, nell'ambito del Progetto Evodia, è stata la coltivazione di circa 100 esemplari di evodia tetradium danielli: la pianta più comunemente nota come "albero del miele" o, in inglese, bee bee tree (albero delle api).

Perchè l'evodia?

Questa pianta, che fiorisce nell'ultima parte dell'estate e fino all'autunno, è una vera e propria medicina per le api e gli altri apoidei. Il suo nettare e il suo polline sono un vero toccasana per gli impollinatori che, proprio in questo periodo dell'anno, scarso di fioriture, si ritrovano con uno "pascolo povero" sul quale nutrirsi.
La presenza di piante di evodia pone un buon ausilio a questo momento molto delicato per le colonie di api: alla fine dell'estate l'intero alveare lavora per la futura generazione di api invernali. Queste api, la cui gestazione inizia proprio con la fine della bella stagione, sono quelle che sovraintendono al migliore invernamento dell'intera colonia.
Le api "invernali" hanno infatti una vita molto più lunga di quelle che popolano l'arnia durante la bella stagione. In inverno questi insetti hanno l'arduo compito di mantenere costante la temperatura all'interno dell'arnia e necessitano quindi di un "fisico" più robusto delle api nate in primavera o estate: è grazie al loro lavoro che la colonia può superare l'inverno fino all'arrivo della nuova bella stagione.
In apicoltura razionale (quella che punta al reddito fornito dal miele e dagli altri prodotti delle api) la smielatura dei favi (il raccolto) avviene proprio a fine primavera e a fine estate. Per massimizzare gli utili molti apicoltori tendono ad azzerare, o quasi, le scorte di miele che servono alla colonia per affrontare l'inverno, sostituendole con l'alimentazione artificiale a base di sciroppi zuccherini o canditi. In questo articolo non spiegheremo cosa comporta tale pratica votata al guadagno, ma possiamo certo anticipare che Apiantide, nel suo campo laboratorio, sta avviando delle famiglie di api alle quali garantirà, grazie anche all'evodia, un nutrimento naturale per l'inizio dell'invernamento, evitando il più possibile di intervenire in modo artificiale: adotteremo la cosiddetta "apicoltura rudimentale" o delle origini.

Cosa vogliamo ottenere

Il Progetto Evodia punta a realizzare una migliore qualità della vita delle api, considerandole un aiuto fondamentale per l'ambiente piuttosto che una esclusiva fonte di guadagno. Apiantide vuole diffondere questa pianta anche tra gli apicoltori più attenti alle loro api e che sceglieranno di sostenerci. L'evodia è una pianta con un fortissimo tasso di crescita e con caratteristiche uniche: vogliamo portare questa pianta anche sui balconi delle città, vista la sua capacità di crescere bene anche in vaso. Diventando socio o sostenitore della nostra associazione potrai attivarti, anche direttamente, per aiutare i nostri preziosi insetti impollinatori adottando un esemplare di Evodia: scopri come fare cliccando qui.

 

 

Se sei qui, vuol dire che hai letto fino in fondo. Non chiediamo nulla per fare informazione e raccontarti quello che nessuno ti dice sull’apicoltura rudimentale e la salvaguardia degli impollinatori, ma tu puoi scegliere di supportarci con una donazione o associandoti. Con il tuo sostegno possiamo pianificare azioni e campagne, continuando a fare il bene delle api e del loro ambiente vitale. Sostieni oggi stesso le attività di Apiantide.