L'inizio della stagione apistica 2021 è tuttà in salita anche per chi, come Apiantide, non ha l'obiettivo di generare reddito dalla vendita del miele e degli altri prodotti dell'arnia.
Marzo e Aprile, i mesi essenziali per la ripartenza dell'apiario, in Lombardia e buona parte del nord Italia, sono stati ricchissimi di precipitazioni e con temperature proibitive, per quasi tutti gli impollinatori. Maggio, per la prima metà, piovoso e quindi da cancellare. Moria di api e, per gli apicoltori razionali, gran lavoro a dare sciroppi zuccherati per evitare di veder perire le proprie operaie. Nel campo laboratorio di Apiantide, come sapete, abbiamo fatto la scelta di non alimentare le nostre famiglie: subendo una perdita che raccontiamo in questa pagina.
Si, il clima ha un grande peso nella vita degli apoidei: il così rapido variare delle temperature e delle precipitazioni stagionali, non ha permesso agli insetti di abituarsi ai cambiamenti, e ora ne stanno subendo il peso. Ma la notizia che ci ha fatto rabbrividire, è quella riportata da Greenpeace e che racconta di 10 milioni di api che non sono riuscite a tornare alle loro arnie, nel giro di pochi giorni, decimando la popolazione di impollinatori della nostra regione. Le più colpite sono le zone a vocazione agricola e il problema è stato ovviamente riscontrato nella presenza di composti tossici volatili utilizzati per irrorare i campi di mais. I soliti fertilizzanti e insetticidi, che poi finiamo pure col mangiare.
Ci piacerebbe parlare di emergenza, ma non possiamo farlo per onestà. Non possiamo parlare di emergenza per una situazione ormai cronica e che solo poche amministrazioni stanno affrontando con misure efficaci: contiamo fiduciosi nel lavoro della Procura di Cremona che sta indagando l'ultimo sterminio registrato.
Qualcuno ancora nega che ci sono comportamenti, in agricoltura, nella vita di tutti e nella stessa apicoltura, che condannano le api. Abbiamo quindi pensato di raccogliere, ogni giorno, gli articoli che testimoniano il dramma degli impollinatori: l'annuncio funebre che vedi in questa pagina è in realtà un link per leggere (random) uno delle centinaia di articoli giornalistici che ne parlano.
Con le nostre api oggetto di studio, abbiamo forse superato il momento stagionale più critico e attendiamo la probabile sciamatura che confermerà la buona salute delle nostre famiglie. Quello che gli apicoltori razionali vedono come una jattura, per la natura (e anche per noi), la sciamatura rappresenta "il parto" che l'alveare affronta per generare una nuova famiglia. Il successo della nostra attività: la riproduzione di famiglie di api capaci di badare a se stesse. Attendiamo, con la giusta preparazione tecnica, anche i primi controlli sulla presenza di eventuali acari... ma questa è un'altra storia!